lunedì 2 febbraio 2015

L' AMORE E' COME IL PROFUMO DEL PANE, se non lo confondiamo con "sessualità"

Non servono le parole per dire che si ama,

si sente e si respira nell’aria che ci circonda. È proprio la Chiesa a svelarci che la corporeità, il grande mistero che ogni giorno siamo chiamati a vivere, è qualcosa di puro, di sacro, creato e voluto da Dio perché in essa l’uomo si rende perfetto.

È proprio nell’unione che l’uomo e la donna divengono immagine di Dio, che per sua natura è amore, comunione.

Un incontro per crescere nella consapevolezza che l’amore coniugale è Amore con la A maiuscola.

Pubblico ancora una volta, perché molto semplice e chiaro un articolo dalla rivista della comunità di Nomadelfia, “ Nomadefia è una proposta”: un esempio di come trattare l’argomento della sessualità e scoprire la sua bellezza e la volontà di Dio nel creare l’uomo e la donna. Buona lettura.


IL PROFUMO DEL PANE

Si chiama Piera Di Maria ed è una ginecologa sessuologa che vive e lavora a Palermo. I Nomadelfi e gli adolescenti della comunità hanno avuto occasione di incontrarla il 10 ottobre, per assaporare insieme a lei il mistero della sessualità umana ed impara re quali ferite possa nascondere.



Ma perché la sessualità può nascondere delle ferite? Perché qualcosa che per sua natura dovrebbe essere bello e santo, spontaneo e coinvolgente, può diventare difficoltoso e problematico?

E soprattutto, perché la cosa dovrebbe essere oggetto dell’interesse del mondo cattolico?

La risposta è che la contrapposizione fra sessualità e santità è la fonte di una vera e propria emergenza educativa. E dalle carenze educative, si sa, non possono che scaturire dei mali sociali.



Da una parte, un clima culturale in cui il sesso è ancora un tabù. Dall’altra un mondo che, rifiutando

quel tabù, si è ribellato contro tutti i valori tradizionali, cancellandoli in toto anziché conservarli,

una volta ripuliti dal loro manto di sessuofobia. Così la libertà è diventata mercificazione, e dalla mercificazione alla banalizzazione il passo è breve. Il corpo ha perso il calore, il pro fumo della persona amata; non è più il mezzo attraverso cui un uomo e una donna si parlano con un linguaggio unico e fecondo che li realizza e li completa, rendendoli un “noi”. Il sesso si riduce ad, una funzionalità biologica come le altre, che può espletarsi con chiunque. Un gioco, un modo per “accendere la serata”.

Per dirla con le parole di Piera, la cultura contemporanea ha gettato una coltre di fumo grigio su un mondo fatto di colori e di sfumature. Un partner vale l’altro, un rapporto prematrimoniale ed uno matrimoniale sono identici. E in questo fumo grigio, i ragazzi sono lasciati soli.



È compito del mondo cattolico prendere atto di questa carenza educativa. È quello che ha fatto Piera nel corso della sua storia personale. Una storia che inizia con la scoperta del matrimonio come vocazione della Chiesa, non una vocazione di serie B, ma una via di santificazione, con un suo specifico e importante ruolo sociale. Poi la specializzazione in ginecologia e la scoperta che, per molte delle sue pazienti, la bellezza della sessualità è qual cosa di oscuro, incomprensibile. La scoperta che, per molti, la promessa della felicità insita nella corporeità è stata tradita, e che la pienezza della vita matrimoniale non si è mai realizzata.



E qui si apre la strada alla sua vera vocazione: diventare sessuologa, per aiutare quelle persone, per eliminare dalla vista di molti, specie adolescenti, quella coltre di fumo grigio che ha nascosto i colori.



Ma è una carenza educativa che si combatte anzitutto in famiglia.

Perché – spiega Piera – ciò che fa la differenza sono i messaggi impliciti, che traspaiono dall’atteggiamento, dall’espressione del viso, dal tono della voce.

È un lavoro che inizia fin da piccolissimi, fin da quando il bimbo è nella pancia della mamma. È, infatti, in quest’epoca che si inscrivono nella memoria i ricordi e le emozioni più profonde e più pervasive, che sono anche quelle a cui è più difficile dare un nome una volta adulti.

“Quando andavo a trovare mia nonna” racconta Piera “entrando sentivo il profumo del pane appena sfornato".

"Non c’era bisogno che mi dicessero che c’era, perché ne sentivo il profumo”.



Quando nella coppia c’è armonia, c’è l’amore cristiano che libera il corpo e lo rende capace di godere della gioia a cui è vocato, i bambini lo percepiscono, lo vivono. E dall’esperienza si impara più che da mille lezioni.

Federica P.


 Quando una ragazza vede un giovane, sente un trasporto verso di lui, e lui sente un trasporto verso di lei. È uno stimolo, è una cosa di Dio, non è del diavolo: è una cosa di Dio questo trasporto dell’uomo verso la donna, della donna verso l’uomo.

Ci ha creati così.

Adamo quando ha visto Eva così bella è stato entusiasta, ha ringraziato il Signore.

Il fatto del cristianesimo è questo: questi stimoli sono diretti ad un fine altissimo, quindi bisogna saperli portare là. Se un uomo vuole unirsi alla donna e sposarsi, allora stia nella legge di Dio.



Quell’altro vuole essere padre, vuole essere madre in un senso più vasto e dice:

“Io sacrifico questi istinti e mi dedico ad una paternità più vasta”; ecco Nomadelfia

che ha questo spazio. 


E la donna dice: “Io ri mango vergine e nella mia verginità genero figli nell’amore”.

Allora esercita la maternità e genera figli come la Madonna.


don Zeno 6 febbraio 1951

Nomadelfia (GR), 10 ottobre 2014. Incontro con Piera Di Maria.
Piera Di Maria con don Ferdinando e Silvia di Nomadelfia.

1 commento:

  1. Da Modulo di contatto 31

    L'Amore è vivere insieme per anni e non accorgersi delle rughe che avvolgono il suo volto .L'Amore è commuoversi ancora quando lo guardi dopo anni insieme e ti sembra solo ieri, l'Amore è camminare ancora mano nella mano per avere voglia di fare lo stesso percorso insieme.L'Amore è dirsi Buonanotte con l'attesa del domani.L'Amore è recitare insieme il Padre Nostro tenendosi per mano per RingraziaLo del dono ricevuto.Saluti Vincenza

    Cordiali saluti,
    Vincenza |

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