martedì 14 ottobre 2014

Sinodo dei Vescovi: Eucaristia e persone divorziate




INTERVISTA A EBERHARD SCHOCKENHOFF,
AUTORE DI 'LA CHIESA E I DIVORZIATI RISPOSATI'

 
EBERHARD SCHOCKENHOFF, 1953, sacerdote, ha studiato teologia a Tubinga e a Roma, sotto la guida, fra gli altri, di Kl. Demmer, A. Auer, W. Kasper. Docente di teologia morale all’Università di Friburgo e membro della Commissione tedesca per l’etica (Deutscher Ethiksrat), è considerato uno dei maggiori moralisti contemporanei. Autore di numerose pubblicazioni su questioni fondamentali di etica e di problemi pratici di etica medica, con Queriniana ha pubblicato: Etica della vita. Un compendio teologico (BTC 1997); insieme a Chr. Florin, La coscienza. Istruzioni per l’uso (GdT 2010); La Chiesa e i divorziati risposati. Questioni aperte (GdT 2014).

Propongo con questo primo post una prima parte dell'intervista pubblicata dalla Editrice Queriniana su un argomento di cui tutti oggi ne parlano e forse pochi sono al corrente di ciò che i vescovi a Roma, riuniti in Sinodo, stanno discutendo cercando nuove vie per la pastorale della famiglia e dell'uomo di oggi, in particolare le coppie sposate.
Mi piacerebbe vedere molti commenti, il vostro pensiero per mettere insieme il nostro modo di vedere e poi di confrontarci con quanto i vescovi ci diranno alla fine del Sinodo.

Saranno, compresa questa, cinque puntate: spero che sia di interesse, e non solo curiosità, ma partecipazione alla Chiesa di cui facciamo parte e spesso ce ne disinteressiamo.

Prima domanda: 


In vista del sinodo straordinario sulla famiglia, emergono polemiche tra cardinali in particolare sulla possibilità di concedere l’eucaristia alle coppie di divorziati risposati. È possibile, a suo avviso, superare le differenze? Come si possono tenere insieme l’indissolubilità del matrimonio e la misericordia di Dio, la pastorale e il magistero, l’eucaristia come “segno dell’unità della Chiesa” e come “mezzo della grazia” 


 Risposta: 
  
L'indissolubilità del matrimonio non è seriamente messa in questione da nessuno nella Chiesa, neanche da coloro che chiedono un cambiamento nella prassi ecclesiale di escludere dai sacramenti i credenti che vivono in un secondo matrimonio civile. Non si pone in questione l'ideale di un matrimonio riuscito, basato sulla lealtà reciproca e l’amore affidabile, quando non si prende in considerazione la realtà del fallimento con il quale tanti credenti nella loro vita devono fare i conti. 
Perché la Chiesa dovrebbe tradire l'insegnamento di Gesù sul matrimonio quando rimane fedele alla sua missione di proclamare a tutti la misericordia di Dio e offrire la riconciliazione anche ai divorziati risposati? 
L'annuncio di Gesù della venuta del regno di Dio non può essere ridotta a una norma di legge sulla indissolubilità del matrimonio. 
Nel suo messaggio la parola della fedeltà e la parola del perdono stanno l’una accanto all’altra senza contraddirsi. 
L'Eucaristia ha molti aspetti che non dovrebbero essere nettamente separati o contrapposti in modo lacerante: essa è la realizzazione dell'opera salvifica di Gesù Cristo, segno dell'unità della Chiesa, incontro personale con Gesù e la mano tesa con la quale Dio invita i peccatori alla riconciliazione. 
Questa ricchezza di significato dell'Eucaristia viene distrutta se vi si vede soltanto una sorta di ricompensa per coloro che, a causa della conformità della loro vita con singole norme morali, possono esservi ammessi.


Inviate i vostri commenti nella sezione CONTATTO, per email, ovvero direttamente cliccanco su nessun commento, (commento), pubblicheremo qui di seguito il vostro pensiero. Grazie per la collaborazione. sono sicuro che ci arricchiremo a vicenda.

16 ottobre: Vincenza ha scritto tramite CONTATTO
 


Quando Gesù,Istituì l'Eucaristia non pensava di scrivere su di  una lavagna Buoni e Cattivi. Lui si è donato a noi per Amore, per Amore proprio dei peccatori e c'insegna in ogni sua Parola di donare Amore e Carità. Di sicuro i divorziati dovranno fare un percorso verso Gesù ,altrimenti che senso avrebbe la richiesta. Non bisogna giudicare sul perché si sono separati ,non spetta a noi farlo,ma escluderli vuol dire punirli in Gesù.Tanti separati sono persone di profonda fede perché il loro stato li ha messi di fronte ad una realtà che porta sofferenza ed escluderli vuol  dire farli soffrire ulteriormente. Grazie
Cordiali saluti,


Enzo: queste mie parole sono una risposta a quanto manifestato da Vincenza e anche una ulteriore riflessione per me e per chi legge.


Lo Spirito spira dove vuole! Lo Spirito va dove è chiamato! Lo Spirito aiuta coloro che si adoperano per la pace! Lo Spirito espanda la grazia su coloro che ingiustamente soffrono perché costoro saranno saziati… e si potrebbe continuare con altre frasi…

Una cosa si dà per certa: “L’uomo non divida ciò che Dio ha unito”. Ma tutto il resto di cui oggi si parla tanto?

Non bisogna giudicare…non spetta a noi giudicare, dice l’amica Vincenza, e a ragione: dove mettiamo se no la libertà  donataci da Dio e soprattutto la coscienza retta?

Conosco tante coppie che soffrono per quanto loro accaduto nella vita, ma anche perché non possono avvicinarsi ai sacramenti…

I sacramenti, come sappiamo donano Grazia, doni divini: chi siamo noi per negarli, chi il Papa, chi i vescovi, chi i sacerdoti, chi certi laici pronti alle chiacchiere che uccidono?

Forse vogliamo tornare al tempo dei dottori della legge, dei farisei, dove le leggi opprimevano i poveri di corpo e di spirito?


I vescovi al Sinodo fanno sul serio, da Rai News

17 ottobre 2014
"Una giornata 'tesa' quella del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia alla vigilia del voto finale sulla "Relatio post disceptationem"che si terrà sabato. Sono volate scintille alla presentazione delle relazioni dei dieci Circoli minori e delle loro centinaia di proposte di emendamenti alla discussa 'relatio' del cardinale Peter Erdo. E a conclusione dei lavori il segretario generale del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha proposto di non pubblicare la sintesi delle relazioni dei Circoli minori scatenando una forte protesta da parte di molti presuli. La sintesi è stata poi pubblicata. Il Papa ha assistito per tutto il tempo ai lavori ma, come da prassi consueta, è rimasto tutto il tempo in silenzio.  
La famiglia in crisi
In sintesi, è stato contestato ancora il fatto che la Relatio si stia soffermando sulle preoccupazioni per le famiglie in crisi ma senza sufficienti riferimenti al messaggio positivo della famiglia cristiana, al matrimonio come sacramento e alla sua indissolubilità.

Comunione ai divorziati
C'è ancora divisione sulla comunione ai divorziati risposati: da una parte chi vuole che la dottrina non sia modificata; dall'altra chi pensa di aprire alla possibilità di comunicarsi, in un'ottica di "compassione e misericordia", ma solo in presenza di determinate condizioni".



Enzo: Non saranno facili le decisioni: da una parte la teologia, dall’altra la pastorale; in una Chiesa che per secoli ha salvaguardato la parte teologica, il dogma, sarà duro conciliare le due cose. Da molto tempo, anche se il Concilio Vaticano secondo aveva indicato di scrutare i segni dei tempi , molto è stato disatteso, il mondo ci ha coinvolto, trascinato.
Lo Spirito santo ha da lavorare e tanto! e noi intanto preghiamo, come richiesto da Papa Francesco.





1 commento:

  1. Così si sono espressi i vescovi nella relazione finale:

    26. La Chiesa guarda con apprensione alla sfiducia di tanti giovani verso l’impegno coniugale, soffre per la precipitazione con cui tanti fedeli decidono di porre fine al vincolo assunto, instaurandone un altro. Questi fedeli, che fanno parte della Chiesa hanno bisogno di un’attenzione pastorale misericordiosa e incoraggiante, distinguendo adeguatamente le situazioni. I giovani battezzati vanno incoraggiati a non esitare dinanzi alla ricchezza che ai loro progetti di amore procura il sacramento del matrimonio, forti del sostegno che ricevono dalla grazia di Cristo e dalla possibilità di partecipare pienamente alla vita della Chiesa.

    27. In tal senso, una dimensione nuova della pastorale familiare odierna consiste nel prestare attenzione alla realtà dei matrimoni civili tra uomo e donna, ai matrimoni tradizionali e, fatte le debite differenze, anche alle convivenze. Quando l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio. Molto spesso invece la convivenza si stabilisce non in vista di un possibile futuro matrimonio, ma senza alcuna intenzione di stabilire un rapporto istituzionale.

    (Come notiamo nessuna decisione)

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