giovedì 26 aprile 2012

I "giovani ricchi" di don Tonino Lasconi


«Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?».
 

Mt 19,16-22
Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di
buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è
buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».
Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio,
non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il
prossimo tuo come te stesso».Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho
osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’,
vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni!
Séguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti
molte ricchezze.
  

 C'è un episodio nel vangelo che tante volte abbiamo meditato con sottile amarezza. è quello del giovane ricco che, invitato da Gesù a uscire fuori dalla sua vita perbene (“Tutte queste cose: Non uccidere, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre, e amerai il prossimo tuo come te stesso, le ho osservate”), non ha il coraggio di abbandonare le “molte ricchezze” che possedeva, e se ne va via “triste” (Mt 19, 16-22). 

E' spontaneo vedere in questo personaggio il simbolo dei nostri giovani che agli inviti della Chiesa rispondono picche. Peggio! Perché non se ne vanno via tristi, ma con l’aria scanzonata di chi non c’è cascato, o, addirittura, di chi ha scampato un pericolo. Che fare? 

Gesù non gli corre dietro. Non insiste e non cerca di convincere per vie traverse: lo guarda mentre se ne va, e fa riflettere i discepoli sul pericolo delle ricchezze, assicurandoli che lasciarle non è una perdita, ma un guadagno enorme: cento volte tanto ciò che si lascia, e poi la vita eterna (Mt 19, 27-29). 

E' la strada che dobbiamo seguire noi: convincere che accogliere il vangelo non è una perdita, ma un grande vantaggio, ora e dopo.
Questo è il nostro compito: annunciare il vangelo in modo chiaro, libero e liberante, senza motivazioni sbagliate o poco limpide, e senza accontentarci di grandi eventi, pur importanti e incoraggianti, ma non risolutivi ai fini di una risposta personale profonda che convinca a fare il salto di qualità per la vita di ogni giorno.
Chi deve fare questo annuncio? 

La risposta sembra facile e spontanea: “La Chiesa”. Certo! Chi altri sennò? Purtroppo però per “Chiesa” si intende il papa, i vescovi, i preti, i religiosi… è questo l’errore che dobbiamo assolutamente superare per non continuare a vedere tristemente il giovane ricco del vangelo moltiplicato per mille e mille. 

In questi ultimi cinquant’anni, nel corso dei quali il mondo è cambiato profondamente e radicalmente, facendo franare tradizioni secolari e consolidate, compresa una fede vissuta più come convenzione sociale che come convinzione personale, la Chiesa intesa come clero non è stata con le mani in mano.
Tantissimi preti, lasciati liberi dalla parrocchia per dedicarsi completamente alla pastorale giovanile, hanno cercato di rinnovare gli oratori, le associazioni, moltiplicando l’offerta di esperienze “forti”, come campo scuola, tre giorni, uscite, convegni e incontri di ogni tipo. 

Come mai, però, questo impegno non è bastato per presentare al mondo giovanile la proposta di Gesù come una ricchezza meritevole e capace di fare abbandonare le altre? I motivi sono molteplici, ma uno dei più importanti è che, al loro ritorno nella quotidianità, i giovani non hanno trovato famiglie e comunità cristiane capaci di accogliere e coltivare una fede giovane, fresca ed entusiasta, in grado di non lasciarsi sedurre e risucchiare dalle “molte ricchezze” che il mercato del mondo offre.

E’ necessario un cambiamento profondo: da famiglie e parrocchie che delegano e appaltano la proposta del vangelo a preti e laici volenterosi, a famiglie e parrocchie capaci di far vivere la ricchezza del vangelo nel quotidiano.
  
Don Tonino Lasconi , Bollettino Salesiano Aprile 2012
                                                 






domenica 22 aprile 2012

Le domande che vengono con l'età









Le domande che vengono con l’età, di Rosario Carello
Famiglia Cristiana N. 15 dell’8 aprile 2010


Due coetanei, all’età dei nonni, s’incontrano.
L’uno, quello a destra, vestito di bianco, ha fatto dell’amore e del Vangelo la sua vita.
L’altro, vestito di nero, ha compiuto molti errori e causato morti e sofferenze che sono ancora in atto.
Però quello vestito di nero al termine della vita ha tante cose da chiedere e le fa a quello vestito di bianco; sono domande su Dio e sulla vita.
L’altro, nonostante il peso degli anni, è lì ad ascoltare e a chiedere libertà per il popolo cubano.
Sullo sfondo una vecchia foto di papa Pio IX, immagine di una Chiesa prima osteggiata, poi accettata e forse ora addirittura cercata.
Non c’è scampo: nella vita puoi essere come quello vestito di bianco o come quello vestito di nero. Poi arriva l’età che hanno questi due grandi protagonisti della storia e a quel punto ti ritrovi con moltissime domande.
E sei come quello vestito di nero, da solo non hai le risposte.

sabato 21 aprile 2012

Gesù cammina sul mare: la paura dei discepoli


 Non abbiate paura: allora vollero prenderlo sulla barca


Giovanni 6, 16-21

    

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.


 Ci sono dei giorni in cui, più che sperimentare la presenza di Gesù, ne soffriamo l’assenza, la lontananza. L’incontro con Gesù sembra spesa un pallido ricordo dell’altro ieri.
I discepoli, da soli, in mezzo al mare, nel buio della notte, potrebbero condividere questa riflessione.
Il vangelo annota:«Gesù non li aveva ancora raggiunti» e forse neanche lo aspettavano più, anzi erano già in viaggio per l’altra sponda del lago quando in modo inatteso il Signore li aveva raggiunti.
Gesù si avvicina camminando sulle acque, suscitando paura:
 «Sono io, non abbiate paura!», rassicura.

  Da questo episodio possiamo trarne due riflessioni:
La prima, come sembra dalla narrazione di Matteo e Marco, che i discepoli di Gesù avessero avuto paura di un fantasma che vagava sulle acque del mare agitato assieme alla difficoltà di tenere a bada la barca. L’assicurazione delle parole di Gesù calma gli animi.
Da qui la conclusione dei discepoli che può essere anche la nostra, che se Gesù è con noi siamo al sicuro, non temiamo alcun male: Lui è la nostra salvezza, la via, la verità e la vita.

La seconda riflessione appare dalla  narrazione di Giovanni: come mai Giovanni è così striminzito in questo racconto?

Giovanni non parla di paura per la tempesta, non parla di fantasma, soffiava un forte vento...mi sembra quasi normale, non pericoloso eccessivamente...
Giovanni dice: "videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca.” Lo riconobbero subito.
E’ da pensare che non ebbero paura di Gesù, ma per Gesù...
Paura di perdere Gesù, è plausibile questa interpretazione da parte di Giovanni, il discepolo più vicino a Gesù.
Subito dopo Giovanni aggiunge: "vollero prenderlo sulla barca". come quando uno salva qualcuno da un pericolo, salvare da Gesù dalle onde. Non avevano capito ancora chi era veramente Gesù e ancora una volta dobbiamo ricordare che Lui è la nostra salvezza, la via, la verità e la vita.

“Sono io, non abbiate paura!”

Con Gesù sulla barca.." e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti”. Il tragitto sembra essere stato più veloce dovuto alla serenità degli animi, dopo quanto era accaduto.
 “Sono io, non abbiate paura!”

Non so se il messaggio di Giovanni era proprio questo, ma mi piace pensarlo: la paura di perdere la sua compagnia, la sua presenza deve farmi, farci star male...
Questa versione si avvicina alle esperienze della nostra vita al buio alle paure alle ansie e attese che sembrano non giungere.
Abbiamo paura come gli apostoli di essere soli, non sentire Gesù vicino a noi,lo sentiamo assente come in quella notte buia: la fede e fiducia in lui ce lo farà sentire sempre vicino a noi.

Attenzione: la notte della fede è proprio non percepire più la presenza di Gesù nella nostra vita,  non avvertirne più la sua potente mano che ci tiene stretti a sé e ci guida verso il giusto cammino.

mercoledì 18 aprile 2012

Nicodemo, di notte, va a trovare Gesù


Gesù e Nicodemo: le notti di ogni uomo (Gv 3,1-21)



Nicodemo, un fariseo, un capo, un maestro d’Israele aveva sentito parlare di Gesù e delle sue opere. Aveva anche sentito cosa ne pensava la gente e anche gli altri capi in Israele, i sacerdoti e tutto il Sinedrio. Ma tutte quelle notizie sicuramente non lo convincevano del tutto, il dubbio e l’incertezza dominavano nel suo interiore. Finché un giorno, anzi una notte decide di andare a trovare Gesù per conoscerlo di persona, fare due chiacchiere con lui.
Di notte dunque! Chissà quante notti ci sono volute, notti insonni per giungere a questa decisione. Certamente la sua posizione sociale di capo e maestro aveva il suo peso: cosa avrebbero pensato i suoi cari e illustri colleghi? Bisognava scegliere tra la curiosità per Gesù e il timore dei colleghi, tra la sua serenità intellettuale o la permanenza nell’oscurità, nel buio della notte, tra ciò che poteva essere un bene o rimanere in una situazione di ignoranza perenne: la notte dell’anima che trascina lentamente nell’occultamento a se stessi di una verità che”forse” potrebbe nuocere e avere delle conseguenze personali imprevedibili o anche prevedere un cambiamento radicale di vita.

Ma Nicodemo, anche se titubante era sempre un maestro d’Israele, un cavillo lo trova: di notte, in modo che nessuno lo veda, in modo da non compromettere la sua posizione sociale, andrà a trovare Gesù.
Nicodemo andò a trovare Gesù. Di tutto quello che è successo quella notte lo leggiamo nel brano di Giovanni capitolo 3,1-21.
La franchezza di Gesù che senza mezzi termini, deve aver lasciato Nicodemo, tra un sorriso incredulo e una mente offuscata, molto perplesso: non abbiamo una risposta di Nicodemo a Gesù, solo domande.

Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
E ancora:
In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? ".
Le cose della terra non sono soltanto le leggi, le apparenze, il sapere invocare Dio a modo proprio, esiste ben altro che la cecità farisaica non vede, l’amor proprio non può conoscere, il disprezzo per i propri simili rende superiori. E allora: caro Nicodemo, come potrai credere se ti parlassi del cielo?

Gesù non chiede a Nicodemo di credere, di avere fede in lui, come molte volte aveva chiesto a gente povera, forse ignorante ma bisognosa di cure, di affetto, di giustizia e di amore. Nicodemo, maestro in Israele poteva capire, confrontare le Scritture che conosceva molto bene, ma male interpretava. Gesù vuole aprirgli lo sguardo su una realtà nuova, a lui che è immerso talmente nei problemi teologici da divenire incapace di scoprire il regno nella vita che gli sta intorno, nei segni che aveva visto e Gesù che compiva.

Gesù insiste con le Scritture per aiutarlo a capire, dà un altro segno: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” Giov 3,14.

Forse Gesù vedendo Nicodemo ancora perplesso continua a parlare: parla di sé, Figlio unigenito inviato dal Padre per dare la vita eterna all’uomo, che non è venuto per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato…ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce.

Appena arrivato da Gesù Nicodemo aveva detto:
" nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui"
Gesù completa il suo dire, quasi volesse richiamare Nicodemo ad una più attenta riflessione, usando le stesse parole di Nicodemo: "Chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".
Un invito a riflettere per Nicodemo
un invito a riflettere anche per noi che lo abbiamo conosciuto, seguito, amato
un invito a confermarci sempre in Lui.


Finisce qui l’incontro tra Gesù e Nicodemo. Non conosciamo la risposta di Nicodemo, forse perché non c’è stata una risposta…




Troveremo Nicodemo ai piedi della croce:


“Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di aloe. Essi (Giuseppe di Arimatea e Nicodemo) presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi di mirra come usano i giudei per preparare la sepoltura” Giov 19,39-40.




La Croce ha cambiato la mente e il cuore di Nicodemo? Ha riconosciuto quell’ultimo segno che Gesù gli aveva indicato in quella “notte”?  Sicuramente sì, ed è bello pensarlo!

Forse è capitato anche a noi di accostarci a Gesù di nascosto, di notte, per timore e giudizio degli altri ovvero per comodità di poter pensare e agire diversamente da quanto abbiamo visto e udito.
Gesù attesta che l’uomo non si può salvare con una spiritualità a suo piacimento, anche se la vive con serietà. Occorre che dall’alto, ossia da Dio, venga la salvezza. Occorre nascere di nuovo ad una vita diversa.

    “Nessuno è mai asceso al cielo, se non il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo”. E’ questo “nascere di nuovo, rinascere dall’alto” che Gesù è venuto ad annunciare e a realizzare. Nascere di nuovo, sentire “ il vento che soffia dove vuole, ne senti la voce ma non sai da dove vene né dove va: così è chiunque che è nato dallo Spirito”, lo Spirito Santo, dono di Dio ad ogni credente che accoglie la testimonianza del Figlio. Nessuno lo vede ma tutti possiamo avvertirne gli effetti.


 Nicodemo e le parole di Gesù sono un invito a riflettere per anche per noi, anche per noi che abbiamo conosciuto Dio, seguito, amato un invito a confermarci sempre in Lui, con l’aiuto dello Spirito.







martedì 17 aprile 2012

Cerco Dio





Un giovane si presentò a un sacerdote e gli disse:
"Cerco Dio".
Il reverendo gli propinò un sermone.
Concluso il sermone, il giovane se ne andò triste in cerca del vescovo.


"Cerco Dio".
Il monsignore gli lesse una sua lettera pastorale.
Terminata la lettura, il giovane, sempre più triste, si recò dal papa.

"Cerco Dio".
Sua santità cominciò a riassumergli la sua ultima enciclica, ma il giovane scoppiò in singhiozzi.
"Perché piangi?", gli chiese il papa del tutto sconcertato.
"Cerco Dio e mi offrono parole".

Quella notte il sacerdote, il vescovo e il papa fecero un medesimo sogno.
Sognarono che morivano di sete e che qualcuno cercava di dar loro sollievo con un lungo discorso sull'acqua.

«Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno.
Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
 (Gv 14, 13-14)

Da Pensieri del Gufo-Catechisti.it

lunedì 16 aprile 2012

sabato 14 aprile 2012

Vieni Spirito Santo, vieni in mezzo a noi..


Preghiera allo Spirito Santo

Vieni Spirito Santo, vieni in mezzo a noi
Vieni con la tua luce a ricordarci le parole di Gesù
Vieni , promesso dal Padre , ad assistere la tua Chiesa
Vieni nel cuore di ogni uomo, accresci la nostra fede
                                                                            Vieni Spirito Santo, vieni in mezzo a noi 
Vieni ad aumentare la nostra sete di Dio
Vieni ad ampliare le nostre vedute su Dio
Vieni e rendici costanti nella ricerca di Dio


Vieni Spirito Santo, vieni in mezzo a noi
Vieni a stimolarci a santificare il nome di Dio
Vieni e facci desiderare ardentemente il Regno di Dio
Vieni e insegnaci a fare la volontà del Padre
                                                                             Vieni Spirito Santo, vieni in mezzo a noi
                                                                             Vieni a donarci i tuoi doni
                                                                             Vieni ed effondi in noi l’amore di Dio
                                                                             Vieni e assisti noi nel dolore e nella gioia.
Vieni Spirito Santo, vieni in mezzo a noi
Vieni e aiutaci ad amare i nostri fratelli
Vieni e donaci il dono della perseveranza
Vieni a infrangere le nostre debolezze
Vieni e resta con noi. Amen!

lunedì 9 aprile 2012

CISV Comunità Impegno Servizio Volontariato


CISV, organismo di volontariato internazionale cristiano




PROTAGONISMO GIOVANILE

Lavorare con e per i giovani è importantissimo per due motivi:
> sono un soggetto debole e vulnerabile
> sono un soggetto forte, ricco di entusiasmo, speranze e capacità
Su questo paradosso solo apparente, si fondano le motivazioni e l'impegno che la CISV dedica ai ragazzi e alle ragazze del territorio cittadino ma non solo; un'attenzione particolare che nasce dalla semplice convinzione che il futuro è nelle loro mani.
I progetti di sensibilizzazione che propone mettono al centro i temi della mondialità e questi a loro volta vengono affrontati dai giovani attraverso attività pratiche, interattive e creative: workshop, laboratori, dibattiti, lavori di gruppo, esperienze di volontariato, formazioni sono solo alcuni degli strumenti che vengono utilizzati.
Questa scelta metodologica nasce dalla convinzione che solamente facendo si può realmente comprendere e di conseguenza essere in grado di comunicare agli altri per essere infine volano di messaggi positivi e protagonisti del cambiamento.
Lo spazio nel quale la CISV concentra la maggior parte delle attività che rivolge ai giovani è il Centro per il Protagonismo Giovanile El Barrio: uno spazio della Città, situato nel quartiere della Falchera, che dal 2002 è stato affidato all'associazione con l'obiettivo di fornire nuove proposte ai giovani di Torino e di creare nuove sinergie con il territorio circostante.

GIOVANI E CITTADINANZA ATTIVA

L’attenzione prioritaria alla “questione giovanile” nasce all’interno della nostra missione, che è focalizzata  sulla lotta alla povertà nel mondo e sulla creazione di una cultura di cooperazione e solidarietà.
CISV si è caratterizzata in questi anni per la volontà di integrare la partecipazione giovanile a tale impegno internazionale e per la volontà di ricercare nuovi linguaggi e nuove modalità di comunicazione sociale per e con i giovani.
CISV partecipa dal 2001 al programma europeo Youth in Action, con l’obiettivo in particolare di promuovere la partecipazione attiva dei giovani alla lotta contro la povertà.
Nel corso degli anni la CISV ha realizzato progetti nell’ambito delle Azioni 1 (scambi internazionali giovanili, iniziative giovanili locali, progetti giovani e democrazia), 2 (Servizio Volontario Europeo in Africa e America Latina), 3.2 (Giovantù nel Mondo – cooperazione con paesi terzi), 4 (corsi di formazione) e 5 (incontri di giovani e responsabili delle politiche per la gioventù).
CISV sostiene la costruzione di reti e partenariati fra centri e associazioni giovanili in Europa, Africa e America Latina; ha fondato ed aderisce alla rete Global-links.
Inoltre aderisce al progetto di servizio civile volontario nazionale offrendo ai giovani l'occasione di vivere un'esperienza di cooperazione internazionale e di cittadinanza attiva in Italia e nei paesi esteri in cui opera, permettendo loro di sperimentare in prima persona l'impegno nella lotta contro la povertà.
Il Servizio Civile Volontario Nazionale è un'esperienza volontaria di 12 mesi rivolta a giovani dai 18 ai 28 anni che vogliono impegnare un anno della propria vita in progetti di solidarietà internazionale. È sicuramente un'esperienza di crescita della propria formazione e professionalità lavorando fianco a fianco con il personale delle sedi CISV in Italia e nel mondo.
CISV realizza i progetti di servizio civile insieme a FOCSIV - Federazione Volontari nel mondo.


 © 2011 CISV Comunità Impegno Servizio Volontariato - Corso Chieri 121/6 10132 Torino - tel +39 011 8993823, fax +39 011 8994700 - C.F. 80101280016 
http://www.cisvto.org

giovedì 5 aprile 2012

Buona e santa pasqua dal blog

Gesù è veramente risorto


Con la sua morte 
ci ha donato la gioia, la vita.
Rallegriamoci, esultiamo,
ringraziamo il Padre per questo meraviglioso dono.





 In questo periodo di quaresima che volge alla fine ho voluto dare voce a don Tonino Bello, sacerdote molto amato e ancora oggi ricercato per i suoi insegnamenti.
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto e dato ascolto alla parola trovata in questo modesto blog: per me è di sprone a continuare ad offrire spunti di riflessione per una scelta di vita a me stesso e a tante persone di buona volontà, conscio che devo rispondere a Dio qualora tralasciassi questo compito che mi è stato affidato. Nella mia povertà ho ricevuto molto dal Signore e sono convinto che ricevere vuol dire anche dover dare, mettere a disposizione…
Augurandovi una Buona e Santa Pasqua, vi chiedo una preghiera assicurando a tutti voi la mia.
Dio vi benedica!

lunedì 2 aprile 2012

Preghiera a Gesù Risorto, di don Tonino Bello


 Molti hanno cercato una preghiera a Gesù risorto di don Tonino Bello: eccola!


O Signore risorto,
donaci di fare l’esperienza delle donne il mattino di Pasqua.
Esse hanno visto il trionfo del vincitore,
ma non hanno sperimentato la sconfitta
dell’avversario. 

Solo tu puoi assicurare
che la morte è stata vinta davvero.
Donaci la certezza
che la morte non avrà più presa su di noi.

Che le ingiustizie dei popoli
hanno i giorni contati.
Che le lacrime di tutte le vittime della violenza
e del dolore saranno prosciugate
come la brina dal sole della primavera. 

Strappaci dal volto,
ti preghiamo, o dolce Risorto,
il sudario della disperazione
e arrotola per sempre,
in un angolo, le bende del nostro peccato. 

Donaci un po’ di pace.
Preservaci dall’egoismo.
Accresci le nostre riserve di coraggio.
Raddoppia le nostre provviste di amore. 

Spogliaci, Signore,
da ogni ombra di arroganza. 
Rivestici dei panni della misericordia,
e della dolcezza. 

Donaci un futuro 
pieno di grazia e di luce
e di incontenibile amore per la vita. 

Aiutaci a spendere per te
tutto quello che abbiamo e che siamo
per stabilire sulla terra
la civiltà della verità e dell’amore
secondo il desiderio di Dio. Amen.
Tonino Bello