lunedì 9 gennaio 2012

La lampada del corpo è il tuo occhio

Nessuno accende una lampada per metterla sotto il moggio

Lc 11 33-35 “ Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la luce.
La lampada del corpo è il tuo occhio. Quando il tuo occhio è semplice, anche il tuo corpo sarà luminoso; ma se è cattivo, tutto il tuo corpo è tenebroso. Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra”.


Quando ero ragazzo, sentivo dire spesso che “ gli occhi sono lo specchio dell’anima”. Nei nostri occhi gli altri leggono la nostra anima, il nostro essere uomini buoni o cattivi; il nostro sguardo attento o distratto, presente o lontano, sguardo che sa ascoltare, sguardo stanco o annoiato, sguardo che si illumina ovvero spento, sguardo che ama o che odia. Chi di noi non fatto questa esperienza?

Gli occhi sono luce che il nostro corpo emana e rivela il nostro essere, luce che guida tutto il nostro corpo, le sue azioni fisiche e il nostro spirito.
Il nostro sguardo può essere offuscato o illuminato, può indicare bene o male dipende da dove lo puntiamo, cosa guardiamo, cosa vogliamo. Gi occhi sono uno specchio di quello che abbiamo dentro di noi, gli occhi parlano di noi.
Con gli occhi noi trasmettiamo noi stessi, gli occhi sono il nostro primo biglietto da visita.

“La lampada del corpo è l’occhio”: gli occhi sono una spia che si può accendere o spegnere; gli occhi vedono, ma soprattutto attraverso gli occhi si vede, si può trasmettere luce, occhi che irradiano e invitano ad un sorriso, occhi che si chiudono che nascondono qualcosa, rimangono nel buio.

“Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!”: un abisso che nascondiamo dentro di noi, una luce fatta morire, una strada da percorrere al buio che non possiamo vedere o mostrare. La luce avvicina, la tenebra allontana. Gli occhi che non lasciano entrare la luce sono specchio di un’anima che non ama.

“ Se il tuo occhio è semplice tutto il tuo corpo sarà luminoso”: occhi che trasmettono luce, che illuminano la strada da percorrere, da indicare ad altri. Gli occhi che permettono di fare entrare la luce sono specchio di un’anima che ama, che irradia.

Cosa vuol dirci Gesù usando questa parafrasi di luce e tenebra? E’ un invito a guardarci dentro e specchiarci verso l’esterno. Chi siamo, cosa trasmettiamo, da dove attingiamo luce o tenebra? Quale la nostra scelta?
L’apostolo Giovanni ci dice che Gesù è la luce che illumina ogni uomo…in Lui è la vita e la vita è la luce degli uomini. Gesù si propone all’uomo, lo invita a seguire la Luce, Dio amore.
Ci invita ad essere luce da far vedere, mostrare, testimoniare, luce che non va nascosta, luce che è e dà vita, luce che dà, comunica e condivide amore. Amore che ama altri fratelli, che fa crescere la comunità sull’esempio di Gesù che da dodici, diventano settantadue, poi migliaia e…continua a crescere.

Gesù che
“ venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio”Giov 1,11-12.)
Gesù si rivolge all’uomo, a tutto l’uomo, spirito e corpo, all’uomo libero di scegliere il bene come il male, di abbracciare la luce o la tenebra, di amare o odiare, e di conseguenza a tutta la persona e con la persona il senso e la direzione profonda della vita: una vita luminosa o una vita tenebrosa, farsi affascinare dalla luce o dall’inganno delle tenebre?

“Se un tempo eravate tenebre, ora siete luce del Signore, comportatevi perciò come figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre. Ma piuttosto condannatele apertamente… Per questo sta scritto: “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,8-14).

Ci affascini la Parola, la luce, l’Amore che rapisce e trascina.

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