lunedì 9 gennaio 2012

Il Caso Castellucci


"Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio": Giustamente il popolo cristiano risponde alla provocazione di Romeo Castellucci!




Non bisogna farne una crociata, né da una parte né dall'altra.

Però trovo strano chiamare chi protesta, perché ferito nella propria fede, chiamarlo integralista.

Gli altri, come possiamo chiamarli?

Chi protesta e chi oltraggia non hanno allora gli stessi diritti?

 Dove sta la verità, la libertà o ciò che è lecito per alcuni per altri non lo è?



O il cristiano, secondo alcuni deve sempre tacere, sopportare?  Siamo stati chiamati dalla stampa  “integralisti”, da giornalisti che forse non conoscono  il cristianesimo se non per sentito dire e vogliono a qualunque costo fare scoop, vendere le loro parole: questo sì è aberrante!
Chiedo agli autori: perché non provate a fare qualcosa del genere sull’Islam o Maometto? Allora ci sarebbe da...
Ma forse la colpa è anche di noi cristiani che non sappiamo mostrare, testimoniare quel Gesù Cristo che diciamo di seguire, di amare profondamente. Protestiamo pure, ma prima chiediamoci se siamo disposti a morire per la nostra fede.
Non invoco la guerra, ma un esame di coscienza da una parte e dall'altra.

Forse questo polverone che si è sollevato non è del tutto giustificabile. E' lecito intervenire, ma prima forse bisognerebbe documentarsi meglio.
Certe immagini possono essere discutibili forse da condannare apertamente, ma il contenuto?
Mi pare di aver capito ( mi piacerebbe vedere lo spettacolo) da una frase finale "Tu non sei il mio pastore"che qualcosa l'autore ha voluto trasmettere.

L'ebreo dell'antico testamento dimostra un bisogno di Dio o di altre divinità per necessità temporali, per giustizia e perdono, ma tra alti e bassi segue Dio.
L'uomo di oggi non sente questo bisogno. Il cristiano, forse per ignoranza o noncuranza, lascia da parte Dio, l'Uomo-Dio: ha altro a cui pensare, a Dio o agli dei sostituisce gli idoli, cose umane molto appetibili...
Cosa potrebbero essere questi idoli, abbracciati dal cristiano di oggi, se non tutto quel putridume che Castellucci butta addosso all'uomo Gesù, negando così la guida del Pastore, del Figlio dell'uomo?

Castellucci avrebbe potuto, se questo era il suo messaggio, fare di meglio. Ciò che ha fatto non induce certamente a pietà ma a sdegno: ma questo sdegno è corrisposto da una coscienza retta e pia?

Per correttezza, non avendo visto lo spettacolo) trascrivo questa presentazione in una locandina che ho trovato su internet (www.teatrocasaleccio.it): sarà la chiave di lettura dello spettacolo?

“Romeo Castellucci si rivolge ancora una volta a un’icona apicale della storia umana: Gesù. Nella performance “Sul concetto di Volto nel figlio di Dio” il ritratto di Gesù parte dalla pittura rinascimentale e in particolare nel momento topico dell’Ecce Homo. In questo preciso istante la tradizione vuole che il Cristo guardi negli occhi lo spettatore in un potente effetto di coinvolgimento drammatico di interrogazione. In questa confusione calcolata di sguardi che si toccano e si incrociano, il ritratto del Figlio di Dio diventa il ritratto dell’uomo, di un uomo, o perfino dello spettatore stesso. E così, nello spettacolo, lo sguardo di Cristo diventa una sorta di luce che illumina una serie di azioni umane, buone, cattive; schifose o innocenti”.


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