lunedì 17 maggio 2010

Volontariato internazionale cristiano

Con questo primo post si vuole affrontare il tema del volontariato internazionale cristiano per conoscere più a fondo questo meraviglioso mondo di amore , di donazione di uomini che si prodigano per altri simili meno fortunati. Diverse le motivazioni che spingono questi volontari a donarsi agli altri, ma unica l’etica che li accomuna basata sulla giustizia che permette di collaborare anche con persone di credo diverso.

Ci aiuterà in questo cammino un mio carissimo amico, Mario Fornero, che ha vissuto in prima persona assieme alla moglie Maria questa esperienza per diversi anni collaborando anche con diversi altri organismi di volontariato.

Suo questo primo post di introduzione del cammino del volontariato negli anni.

Ci auguriamo una collaborazione attiva con commenti, suggerimenti, domande di chiarimento. Enzo Riili

Volontariato internazionale cristiano, di Mario Fornero

Affrontare il tema del Volontariato internazionale cristiano non è semplice anche perché “il volontariato non è un fenomeno statico ma dinamico”. Cercherò di raccontare un pezzo di storia mettendo in evidenza i cambiamenti avvenuti nei confronti con l’ente pubblico e con la Chiesa.

Con la legge n° 38 del 1979 e con la 49 del 1987 si ha il pieno inserimento degli organismi nel quadro della Cooperazione tecnica dell’Italia con i Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Le associazioni di volontariato internazionale venivano riconosciute dal Ministero Affari Esteri come Organismi Non Governativi (ONG) idonei a: selezionare, formare e inviare volontari in progetti di sviluppo nei paesi del Sud del mondo, e in grado di organizzare attività di “educazione alla mondialità”.

Anche il volontariato internazionale cristiano accettava questo rapporto con l’ente pubblico.

Le Associazioni esistenti cessavano di essere piccoli gruppi gestiti da persone che dedicavano il loro tempo libero e si dava vita a Organismi Non Governativi dotati di una sede ufficiale con personale a tempo pieno.

Per gli Organismi cristiani si è trattato di affrontare un momento molto delicato: accettare la sfida dei cambiamenti e mantenendo fede allo specifico cristiano.

Padre Sorge in un suo intervento nell’Assemblea FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) ci diceva:”Avete avuto l’intuizione forse più geniale della nuova sintesi fra fede e impegno storico di servizio, mediante i valori evangelici in una società pluralista secolarizzata, non più in forma confessionale ma in forma di laicato maturo”.

Contemporaneamente la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) in un suo documento faceva la distinzione tra volontariato internazionale e laicato missionario.

Padre Lebret (esperto al Concilio Vaticano II) rivolge un invito: “Che i cristiani non si accontentino di ritrovarsi tra di loro e di imporre le loro risoluzioni, si sentano vicini a tutte le angosce, che si associno senza voler dominare”.

Nel documento del Concilio Vaticano II sul ruolo dei laici, al capitolo IV n° 19 si legge: “Salva la dovuta relazione con l’autorità ecclesiastica, i laici hanno il diritto di creare associazioni e di guidarle e dare il proprio nome a quelle già esistenti…”

La nota pastorale della Commissione Episcopale: “I laici nella missione ad Gentes e nella Cooperazione tra i popoli” dice:”Gli Organismi cristiani saranno disponibili ad accogliere anche coloro che, pur professandosi non-cristiani o in ricerca, chiedono di poter fare un’esperienza con loro…”

Ed è con il Concilio Vaticano II che la Chiesa invita i giovani a vivere la solidarietà con i popoli dei paesi poveri.

Siamo nel 1970, in questo periodo nascono molti gruppi e comunità cristiane impegnate nella solidarietà a livello internazionale.


(Seguirà un secondo post storico

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